L COME ALICE
L come Alice è uno spettacolo di teatro e video arte tratto dal romanzo Attraverso lo specchio di Lewis Carroll e dalla traduzione di Antonin Artaud. In uno scenario steampunk, la nostra Alice intraprende un viaggio fra i milioni di doppi che il suo personaggio ha incarnato nelle epoche. Una rocambolesca serie di situazioni tratte dai capitoli del libro si mescola a suggestive istallazioni video legate all’immaginario della protagonista.
Anno di produzione: 2013/2015
Tipologia: teatro, videoarte
Durata: 50’
Testi tratti da: Lewis Carroll. Antonin Artaud
Adattamento, videoarte e regia: Nexus
Con: Laura Garofoli
Aiuto-regia: Giuseppe Sofo, Alessandra Masi
Costumi: Mariagrazia Toccaceli
Artigianato steampunk: Progetto Steam
RASSEGNA STAMPA
Concettuosa a tratti e densa di richiami filosofici-linguistici al filosofo Deleuze, ma anche estremamente divertente. [leggi..]
Antonio Mazzuca, Gufetto.it
[…] uno studio progettuale che va ben oltre l’analisi del testo del romanzo di Carroll e che abbraccia la ricerca storico-culturale, filosofica e delle tendenze tecniche e artistiche dell’epoca in cui Alice fu creata. [leggi..]
Angela Telesca, Ghigliottina.it
Il ticchettio assordante delle tante sveglie presenti sulla scena entra nella mente dello spettatore come il profondo sguardo azzurro di Laura Garofoli, che incarna sapientemente e con spessore un personaggio sempre a metà tra sogno e realtà: Alice. [leggi..]
Alessio Neroni, Persinsala.it
Evoluzioni dimensionali complete e complesse, ricami strutturali immersi in molteplici rimandi, narrazioni attraverso trame fittizie che si avvalgono anche di arti visive argomentative.» [leggi..]
Andrea Alessio Cavarretta, Kirolandia.it
Animali elettrici, dispositivi molesti, fantasmagorie e trappole sceniche creano una ragnatela delle meraviglie in cui Alice si imbriglia e si imbroglia. Ma tra fotografia, videogame, cinema e poesia la nostra eroina riesce a rivendicare una soggettività autonoma, fluida e felicemente contradditoria. Un’Alice, che può persino iniziare con la lettera “L”.
Lo spettacolo è composto da una serie di micro-scene in stile slapstick comedy, dove l’attrice interagisce con le immagini proiettate su una superficie semitrasparente. La messa in scena è il frutto di uno studio sul pensiero di Gilles Deleuze a partire dal suo saggio Logica del senso, sulla rielaborazione della metodologia di “scrittura di scena” di Carmelo Bene, oltre ad ispirarsi e incorporare nello spettacolo le le fotografie di Lewis Carroll e le musiche del compositore György Ligeti.
